Italian version
below
Imagine that in a
day of the early Twentieth Century, a really tired man, called Joe,
went to bed after dinner. Just because Joe was so tired, he ate
pastina glutinata, that is, gluten-added pasta, a speciality
of those times. It was commercialised at the end of the Nineteenth
century by Buitoni, one of the most popular Italian food companies.
An interesting book by Dario Bressanini and Beatrice Mautino, which
challenges many of our food beliefs, and also Bressanini's blog, say
that at the beginning pastina glutinata had about 15 percent
more gluten that traditional pasta, and that other kinds of pasta
glutinata had about 30 percent more of this ingredient.
Also imagine that
Joe was so tired that he slept until ten minutes ago. When Joe gets
up, he realises that some time has passed, and goes around to shop
some food. As he feels still tired, he is in search of pasta or other
foods added with gluten, very much gluten, about 30 percent, or
perhaps more, because probably food companies, in the meantime, have
created foods with 40 or 50 percent of gluten. When Joe asks the
employees at the supermarket for gluten-added foods, they look at him
as he was crazy. In going around the supermarket, not only does he
realise that gluten is not added to food anymore, but he also sees
that gluten is taken away from the items of food that naturally
contain it. Welcome to the gluten-free world, Joe!
Sixty or seventy
years have been sufficient to invert our conception of gluten. We
have turned this element from a necessary, strengthening substance to
a dangerous ingredient threatening our health. Assuming that gluten
has not changed over this period, we must admit that those who have
changed are us. What we should understand is which part of the human
being has changed: our bodies or our minds?
Some say that it
is human body that has changed. The refined flours we continually eat
today, in fact, contain less fibre and proteins and, thus, more
gluten. We eat much more gluten than our parents and grandparents. We eat too much gluten, and this has made our digestive systems
gluten-intolerant.
Others say that
gluten-intolerance doesn't really exist (apart from celiac disease, which concerns only a few people), and that it is our mind that
has changed our approach to gluten. We increasingly consider food as
a kind of medicine, and often find some items of food miraculously
benefiting, and others dangerous.
I'm not an expert
and don't have the foggiest idea of which of the two theories is the
right one. However, as a social researcher, I know that, either it is
body or it is mind, marketing (in the forms of advertising,
pseudo-informative programmes, unfair scientists, etc), tempts us
with its gluten-free products. And I also know that Joe will buy
those products very soon.
Immaginate
che agli inizi del '900 un uomo molto stanco, chiamiamolo Joe, sia
andato a dormire dopo cena. Proprio perché era molto stanco, Joe
aveva mangiato la pastina glutinata, una specialità di quegli
anni che fu commercializzata alla fine dell' 800 dalla Buitoni. Un bel libro di Dario Bressanini e Beatrice Mautino, che sfida molte
delle nostre credenze sul cibo, e anche il blog di Bressanini, ci
informano che all'inizio la pastina glutinata aveva circa il 15% in
più di glutine rispetto alla pasta tradizionale, mentre altri tipi
di pasta glutinata arrivarono ad averne il 30% in più.
Immaginate
anche che Joe fosse così stanco che ha dormito fino a dieci minuti
fa. Quando si alza, capisce che è passato un bel po' di tempo, e va
in giro a cercare qualcosa da mangiare. E proprio perché si sente
stanco, cerca pasta o altri cibi addizionati di glutine, molto
glutine, circa il 30%, se intanto non ne hanno inventati altri che ne
hanno ancora di più.
Quando
Joe dice al personale del supermarket che sta cercando prodotti
addizionati con glutine, quelli lo guardano come fosse un matto.
Allora va in giro per il negozio, e capisce non solo che non si
aggiunge più glutine ai cibi, ma anche che il glutine viene tolto ai
cibi che lo contengono naturalmente. Benvenuto nel mondo gluten-free,
Joe!
Sessanta
o settant'anni sono stati sufficienti per invertire la nostra
concezione del glutine. Infatti, abbiamo fatto diventare questo
elemento da una sostanza necessaria ed energizzante a un ingrediente
pericoloso e minaccioso per la nostra salute. Visto che in questo
periodo il glutine non è cambiato, dobbiamo ammettere che quelli che
siamo cambiati siamo noi. Quello che dovremmo capire è quale parte
dell'essere umano è cambiata: il nostro corpo o la nostra mente?
Alcuni dicono che è il corpo ad essere cambiato. Le farine 00 che mangiamo
in continuazione oggi, infatti, contengono meno fibre e proteine di
quelle integrali che si mangiavano una volta e, quindi, più glutine.
Mangiamo più glutine dei nostri genitori e dei nostri nonni, troppo
per il nostro corpo, e questo ha reso il nostro apparato digerente
intollerante al glutine.
Altri dicono che l'intolleranza al glutine non esiste, e che è la nostra
mente ad essere cambiata. Sempre più consideriamo il cibo come una
medicina, e spesso cataloghiamo alcuni cibi come dei toccasana e
altri come pericolosi.
Non
sono un esperto, e non ho idea di quale delle due teorie sia quella
vera. Ma come studioso di scienze sociali so che, corpo o mente, il
marketing, sotto forma di pubblicità, media pseudo informativi,
scienziati scorretti, ecc., approfitta di tutto questo e ci tenta con
i suoi prodotti gluten-free. E so che anche Joe, molto presto,
comprerà quei prodotti.