Italian version
below
A recent survey on
meat consumption has confirmed that in Italy eating meat has been
decreasing significantly. According to this survey, eight Italians
out of 100 have banned meat from their diet. More
specifically, 7 percent of the Italians define themselves as
vegetarians, and 1 percent consider themselves as vegans. But also
those who eat meat have reduced its consumption. For the first time,
Italian families spend more money on fruit and vegetables than on any
other category of food, while before 2015 this dominant position had
belonged to meat. Another survey has found that from 2000 to 2014
meat consumption in Italy passed from 82.7 to 78.2 kilos per person.
What do these
numbers say? How to explain them? When I saw and combined the results
of these surveys, the first reason that came to my mind was the economic crisis. It's really simple, I
thought. People don't have money, and meat is one of the most expensive items
of food. As a result, people consume less meat and more affordable
foods, such as fruit and vegetables, in order to spend less.
This explanation
would be right if we didn't take into account the result of a third survey, focusing on organic food in Italy. This survey says that
organic food consumption increased by 11 percent in 2014 and by 19
percent in 2015. As organic food is much more expensive than the
other foods, it is evident that Italian people didn't want to save
money while buying food in 2014 and 2015. Simply, they preferred
fruit and vegetables to meat.
However, even if
we believed that the reason for reduced meat consumption is linked to
money, we must assume that, in wanting to save money, Italian people
preferred to consume less meat, and to spend what they saved on
organic food. Again, it is clear that meat is losing its dominant
position at the Italian table. Incidentally, the crisis of meat is
bitterly concrete and not painless. The first survey I mentioned
above also states that in the last 5 years, 12.000 farms producing
meat have closed down and that 180.000 people risk losing their jobs.
Importantly,
what's happening in Italy is also happening in other European
countries. Developing countries, instead, eat more meat every year, while other countries such as USA and Canada are quite stable.
Meat crisis seems to me a kind of illness of old and developed communities.
However, I don't see it as an economic illness. Rather, the problem
is cultural.
Many experts say
that factory farming is the main reason for this decrease. Animals
considered as things and exploited for their entire lives as objects
providing meat, and related food security issues have suggested
consuming less meat, they say.
This is probably
true. However, I would suggest another, broader, reason. For me,
apart from factory farming, the decline of meat should also be
combined with the new way we look at animals: not only the way we
raise and kill them, but also the role we give them in the world, and our relationships to them.
Certainly,
the way we raise and kill animals in huge farms suggests
reducing meat consumption. But also the simple fact that eating
meat means 'eating an animal' plays its role. My point is that meat consumption
would decline even if meat was produced with more humane methods and
more respectful approaches. I know many people who have banned or
reduced meat independently from where meat comes from and how animals
were raised and killed. For me, it's the concept of 'eating an
animal' that many people feel problematic today and that will
increasingly be rediscussed in the near future.
Un
recente sondaggio ha confermato che il consumo di carne in Italia è
in forte calo. In sostanza, 8 italiani su cento non la mangiano più. Il 7% degli italiani si definisce vegetariano, e l'1% vegano.
Ma anche chi continua a mangiare carne ne mangia meno. Per la prima
volta, la categoria di cibo per cui gli italiani spendono di più è
frutta e verdura, mentre prima del 2015 la prima in classifica era la
carne. Un altro sondaggio ha provato che dal 2000 al 2014 in Italia
il consumo di carne pro capite è passato da 82.7 a 78.2 chili.
Cosa
significano questi numeri? La prima cosa che ho pensato quando ho
visto i risultati di entrambi i sondaggi è stato che il problema è
economico. E' molto semplice, mi sono detto, la gente non ha più
soldi, e la carne è il cibo più caro. Quindi, si consuma meno carne
e si comprano cibi meno costosi come frutta e verdura, per
risparmiare.
Questa
lettura potrebbe anche essere giusta se non prendessimo in
considerazione un terzo sondaggio, questa volta sul cibo biologico.
Questo sondaggio ci dice che il consumo di cibo biologico è
aumentato dell'11% nel 2014 e del 19% nel 2015. Visto che il cibo
biologico è molto caro, questo significa che gli italiani non hanno
voluto risparmiare in quanto a cibo nel 2014 e 2015. Semplicemente,
hanno preferito frutta e verdura alla carne.
Ma se
anche volessimo credere alla motivazione economica, dobbiamo
ammettere che, volendo risparmiare, gli italiani hanno preferito
sacrificare la carne e reinvestire almeno parte dei soldi risparmiati
in cibo biologico. Di nuovo, questo significa che la carne sta
perdendo quella posizione dominante che aveva sempre avuto in passato
sulla tavola degli italiani. Tra l'altro, la crisi della carne è
maledettamente concreta e per niente indolore: il primo sondaggio che
ho citato ha infatti anche fatto emergere che negli ultimi 5 anni ben 12.000 stabilimenti che producevano carne hanno chiuso e che
180.000 persone sono a rischio disoccupazione.
Questo
trend sta anche caratterizzando altri paesi europei. I paesi in via
di sviluppo, invece, consumano ogni anno più carne e altri paese come USA e Canada hanno un andamento stabile. Personalmente,
la crisi della carne mi sembra sempre di più una specie di malattia
dei popoli più antichi e sviluppati. Ma questa malattia, secondo me, non è
economica, ma culturale.
Molti
esperti dicono che la causa principale di questa riduzione dei
consumi è l'allevamento industriale. Il fatto di considerare gli
animali come oggetti e di sfruttarli per tutta la loro breve vita
come macchine che forniscono carne, e i conseguenti problemi di
salute, secondo loro, hanno suggerito di consumare meno carne.
Questo
è vero, probabilmente. Ma, io suggerirei anche un'altra ragione più
ampia. Secondo me, oltre agli allevamenti industriali, il declino
della carne dovrebbe anche essere messo in relazione al modo in cui
oggi consideriamo gli animali. Non solo come li alleviamo e
uccidiamo, ma come concepiamo la loro presenza in questo mondo e il
rapporto che noi dovremmo avere con loro. Sicuramente l'allevamento
industriale suggerisce di consumare meno carne. Ma secondo me anche
il fatto che mangiare carne significa 'mangiare un animale' ha il suo
peso. Credo che anche se la carne fosse prodotta in maniera più
umana e rispettosa degli animali, il consumo di carne diminuirebbe in
ogni caso. Le persone mangerebbero meno carne indipendentemente dalla
provenienza della stessa. Secondo me, infatti, è il concetto di
'mangiare un animale' che molta gente trova oggi problematico, e che
sarà ridiscusso sempre di più nell'immediato futuro.